sabato 8 novembre 2025

La brevissima guerra del sottotenente Desderi - Colle Sant'Elia, 9-12 giugno 1915

Dopo oltre un anno riprendiamo - senza promesse di continuità - le nostre modeste pubblicazioni in questo spazio virtuale. Lo facciamo con un post molto breve, che racconta una storia di guerra ancor più breve, nella sua tragicità, esemplare. 

Lo faremo, come sempre, partendo da un oggetto: un diploma relativo al conferimento di una Medaglia d'Argento al Valor Militare.

***

Alessio Desderi aveva scelto sin da giovane di abbracciare la carriera militare. Ammesso alla Scuola Militare come allievo del 1° anno nel 1881, vi svolse i corsi per allievo ufficiale, venendo promosso sottotenente nel 1883 ed assegnato al 77° reggimento fanteria della Brigata "Toscana".

Desderi sarebbe rimasto molti anni presso tale reparto, seguendolo nelle varie sedi. Nel 1889, in particolare, mentre il reggimento era di stanza in Puglia, Desderi - nel frattempo promosso tenente - si ritrovò in una spiacevole circostanza: il 30 marzo di quell'anno, il suo plotone era stato richiamato a San Nicandro Garganico, ove si era radunata una folla di contadini inferociti.

D'un tratto, la folla accerchiò il plotone del Desderi; la situazione avrebbe potuto precipitare se non fosse intervenuto un drappello di finanzieri a disperdere i tumultuanti.

Una descrizione dei fatti si trae dalle motivazioni delle due Medaglie di Bronzo al Valor Militare che furono conferite al comandante dei finanzieri, tenente Saverio Pintabono, e al Desderi stesso:

Pintabono Saverio, tenente nelle guardie di finanza: Il 30 marzo 1889, con slancio ed energia intervenne alla testa delle sue guardie, a disperdere una massa di contadini armati che in S. Nicandro Garganico tentavano di accerchiare un plotone un plotone del 77 fanteria, e salvò il tenente, che lo comandava, da un colpo di scure di cui era fatto segno.

Desderi Alessio, tenente 77 fanteria: Nella suddetta circostanza, col suo contegno prudente ed energico, seppe, senza venire a mezzi estremi, impedire ai ribelli di devastare le proprietà private.

Archiviata tale fase della sua carriera, Desderi fu assegnato, sempre col grado di tenente, al Distretto Militare di Ancona. In tale posizione si trovava quando, nel 1896, si rese protagonista di un altro episodio valoroso, ottenendo un'altra Medaglia di Bronzo con la seguente motivazione:

Per avere affrontato un pazzo che, in luogo frequentato, sparava colpi di rivoltella contro i viandanti, e per essere riuscito a disarmarlo quando il medesimo già gli aveva puntato al petto la rivoltella. - Ancona, 11 aprile 1896.

Nel frattempo, però, al Desderi era capitata una cosa assai più importante: il 30 agosto del 1893, infatti, gli era nato un figlio, Umberto.

Un ragazzo dai tratti gentili, nato ad Ascoli Piceno, ove la famiglia Desderi aveva fissato la propria residenza in quel periodo.

Successivamente, i Desderi si sarebbero trasferiti a Lanciano, in provincia di Chieti. Qui Umberto avrebbe frequentato il R. Liceo-Ginnasio "Vittorio Emanuele II".

Nel 1912, il padre Alessio, nominato cavaliere della Corona d'Italia e promosso intanto al grado di capitano, sarebbe stato collocato a riposo dal Ministero della Guerra. Ancor di più, le aspettative della famiglie si saranno quindi probabilmente concentrate sul giovane Umberto, e sul suo promettente avvenire. Questi, diversamente dal padre, non avrebbe scelto di abbracciare immediatamente la carriera militare, verosimilmente iscrivendosi all'università.

Benché chiamato alle armi nel 1913, con la sua classe di leva, egli non avrebbe che iniziato il suo percorso sotto le armi che nel corso dell'anno successivo, 1914.

Senza ritornare su fatti già narrati in questo blog, Desderi fu chiamato alle armi probabilmente nell'ambito della mobilitazione parziale susseguente allo scoppio delle ostilità in Europa, nell'estate del 1914.

Nel corso dell'autunno, sarebbe stato poi destinato alla Scuola Militare di Modena - sulle orme del padre - ove avrebbe terminato i corsi, ottenendo la nomina a sottotenente, con il mese di aprile del 1915.

Umberto Desderi, allievo della Scuola Militare di Modena.
 

Si era, oramai, alla vigilia dell'inizio delle ostilità anche per il Regno d'Italia.

Per il servizio di prima nomina, Umberto Desderi fu destinato al 17° reggimento fanteria della Brigata "Acqui", con sede in tempo di pace proprio nella sua città natale, Ascoli Piceno.

Le settimane successive costituirono, per l'Italia ed il suo esercito, una sorta di piano inclinato che, sempre più rapidamente, conduceva alla guerra.

Nell'ambito della mobilitazione generale del Regio Esercito, la Brigata "Acqui" fu infatti destinata alla 14a Divisione di Fanteria del VII Corpo d'Armata, a sua volta assegnato alla Terza Armata.

In vista dell'inizio delle ostilità con l'Austria-Ungheria, la "Acqui", il 21 maggio, lasciò quindi le proprie sedi (Ascoli per il 17°, Chieti per il 18°) avviandosi, in treno, verso la zona di guerra.

Alla sera del 28 maggio la "Acqui" giunse a Tapogliano, sulla riva occidentale dell'Isonzo, e fu posta appunto alle dipendenze della 14a Divisione.

Accanto alla 14a Divisione (Brigate "Acqui" e "Pinerolo") era schierata la 13a, costituita dalle Brigate "Granatieri" e "Messina". Tra i granatieri, vi era un giovane ufficiale, quasi coetaneo di Desderi e suo parigrado, Ugo Meacci: della sua vicenda - per molti aspetti analoga a quella di Desderi - abbiamo trattato in un nostro precedente articolo.

Il 7 giugno, la "Acqui" passa l’Isonzo sul ponte militare nei pressi di Pieris, trasferendosi a Turriaco.

Situazione delle forze contrapposte nel settore del basso Isonzo la sera dell'8 giugno 1915 (da L'Esercito italiano nella Grande guerra, op. cit.).

Come ricorda la relazione ufficiale italiana,

    "la 14^ Divisione, per raggiungere l'obbiettivo costituito dal Monte Sei Busi, non aveva che una linea d'attacco difficile ed obbligata: il saliente S. Elia - Redipuglia, che si presentava come un ponte tra le due inondazioni." [1]
    Umberto Desderi, sottotenente del 17° Reggimento della Brig. "Acqui".
     

    Si opponeva alla Brigata "Acqui" la 2^ Brigata da montagna austriaca, disposta fra Sdraussina e Monte Cosich, con tre battaglioni in prima linea e due in seconda linea. In particolare, le alture di Redipuglia erano tenute del II battaglione del 70° reggimento A.U..

    Dettaglio dello schizzo precedente. Come si nota, la Brig. Acqui era schierata alla sinistra della "Pinerolo". A fronteggiarla, la 2^ Brigata da Montagna A.U

    Alle ore 4 del giorno 9 la Brigata "Acqui" attaccò con la propria ala destra (17°) poiché l'ala sinistra arrestata dall'inondazione. [2]

    Nel corso dell'azione, il sottotenente Desderi, al comando del suo plotone, si distinse per ardimento e tenacia. Purtroppo, il suo ardore giovanile dovette soccombere al fuoco della fucileria nemica. Ferito per ben cinque volte, fu recuperato ed allontanato dall'azione.
    Il suo contegno sarebbe stato premiato con la Medaglia d'Argento al Valor Militare:

    "Per il mirabile contegno mantenuto durante durante il combattimento, nel quale restò ferito per ben cinque volte" - Sant'Elia, 9 giugno 1915

    La giornata del 9 giugno, pur luttuosa per numero di perdite (400 uomini fuori combattimento, dei quali 14 ufficiali), vide però l'avanzata della Brigata "Acqui" e l'occupazione delle posizioni presso Sant'Elia.

    Il ferito fu trasportato nelle retrovie sino a Cervignano, ove fu ricoverato presso l'Ospedale da Campo n. 037. Si trattava di un ospedale da campo da 150 posti, allestito presso la Scuola elementare "Riccardo Pitteri" di Cervignano [3].

    Lì, Umberto Desderi trascorse i suoi ultimi giorni, sinché vi spirò il 12 giugno.

    Dato che si era nei primissimi giorni di guerra, le sue spoglie - anziché in un cimitero militare, non ancora esistente - furono inumate nel cimitero civile di Cervignano.

    La notizia sarebbe stata così riportata dalla stampa locale:

    "Lanciano, 9 agosto

    Il tenente Umberto Desderi, figlio del maggiore cav. Alessio, è caduto eroicamente sul campo di battaglia dopo la sesta ferita riportata. 

    Era uscito dalla Scuola di Modena, ove si distinse molto per studio e diligenza, nello scorso aprile. Entusiasta, partì per la guerra. Il Duca d'Aosta accompagnò la salma al cimitero [di Cervignano] ove pronunziò un vibrante discorso, rilevando gli atti di valore che il prode soldato compì. Depose poi la medaglia al valor militare sulle sacre spoglie.

    E noi, che lo conoscemmo tanto buono e di tanto alto ingegno, lo additiamo come primo eroe tra i figli della nostra Lanciano caduti per la grandezza della patria."

    Così si chiudeva, dunque, l'esistenza terrena di Umberto Desderi. Aveva combattuto un solo giorno, ma si era battuto come un leone.

    Dopo la costruzione del Sacrario di Redipuglia - che sarebbe sorto proprio di fronte all'insaguinato Colle Sant'Elia - i resti del s.ten. Desderi vi sarebbero stati traslati. Lì riposano tuttora [4].

    Alla sua memoria, e a quella dei suoi compagni d'arme, dedichiamo questo modesto articolo.


    A cura di Niccolò F.


    NOTE

    1. Relazione ufficiale, pag. 111, vol. 2, Tomo I.

    2. Relazione ufficiale, pag. 112, vol. 2, Tomo I.

    3.  Cfr.: https://www.sciando.it/wp/2016/02/04/cervignano-nella-grande-guerra-la-mappa-della-terza-armata/

    4. I resti del s.ten. Desderi riposano nel Loculo 12583, Gradone 7.



    BIBLIOGRAFIA

    - USSME, L'Esercito Italiano nella Grande Guerra (1915-1918), Vol. I, Tomo 1, Roma, Libreria dello Stato (nel testo: Relazione Ufficiale).

    - USSME, Riassunti storici dei Corpi e Comandi, Vari Volumi, Roma, Libreria dello Stato.