giovedì 16 luglio 2015

Datare una fotografia militare - Truppa di Fanteria

Ogni collezionista o semplice appassionato di cose militari trovandosi di fronte ad una foto con raffigurato un soldato si sarà domandato “Ma in che anno è stata scattata?”

Scopo di questa piccola guida è quello di guidare il lettore nell’identificazione del periodo storico di uno scatto partendo dai dettagli delle uniformi rappresentate. Non è mia intenzione trattare la materia in modo esauriente (il Cantelli vi ha dedicato ben due tomi) ma solo guidare l'appassionato nell'osservazione di alcuni elementi caratteristici.
Naturalmente i particolari da guardare cambiano a seconda dell’arma o del corpo di appartenenza, iniziamo quindi con la truppa dell’arma più rappresentativa di ogni esercito: la fanteria.

RISORGIMENTO 
(Periodo ante 1871)

  


- Kepy: era il copricapo regolamentare. Di forma troncoconica  e discreta altezza. Sul davanti sono riportati i numeri del reggimento, mentre all'interno della nappina in alto il numero della compagnia:


- Mostre. Al bavero della tunica sono applicate due mostre a tre punte nere filettate in cremisi.


- Cinturino. Era in pelle bianca, con una grossa fibbia metallica alla quale, solitamente, era apposta una croce.


1871-1872

Nel 1871 si avvia, per opera del generale Ricotti, una grossa riforma che tocca anche le uniformi in uso. Elemento distintivo è l'introduzione della stelletta al bavero dei militari. Stelletta che, ancora oggi, indica lo status di militare.
Come in tutte le transizioni si procedette per sperimentazioni ed adattamenti.

In questo scatto per esempio kepy e gradi sono gli stessi in uso nel periodo risorgimentale ma il resto presenta piccoli adattamenti.


In questo particolare si notano infatti, a parte l'applicazione delle stellette al bavero, la trasformazione degli spallini. Si è passati dalle controspalline in stoffa a degli spallini a lunetta fissi.


In quest'altro scatto invece è raffigurata un altra delle tenute adottate. Questa venne istituita nel 1871 ed è forse l'unica sperimentale di cui ci siano giunte documentazioni fotografiche:


1872


Nel 1872 si giunse all'adozione definitiva di un uniforme.
Era caratterizzata dall'uso di un panno azzurrato e con paramani, spalline, controspalline e bavero in panno turchino scuro, questa differenza cromatica è ben riconoscibile nelle fotografie.
Per graduati e sottufficiali il grado è indicato da un gallone a V rovesciata sormontato da un elegante intreccio a fiore.

Nel 1874 vennero inseriti dei bottoncini per permettere il rialzo delle falde, in modo da poter portare la giberna in posizione ventrale.


Il copricapo adottato era il kepy ma, a differenza di quello risorgimentale, ha una forma cilindrica e una falda sia anteriore che posteriore. Il fregio è stato variato e consiste in uno stellone con, al centro, il numero di reggimento, nella nappina invece era riportato quello della compagnia.

 

Un altro bello scatto di un gruppo di sottufficiali, molti con al petto la medaglia commemorativa delle campagne risorgimentali. Si notano bene i "rampicanti" dei gradi a fiore sulle maniche delle giubbe.

 

Oltre alla giubba con la stessa istruzione venne introdotto anche un cappotto.
Da notare gli spallini a mezza luna e l'assenza della controspallina fissa.


Come buffetteria rimase quella in uso nel periodo risorgimentale di cuoio bianco e caratterizzata dalla grossa fibbia con croce Savoia.


In quest'ultimo scatto si può notare, sul braccio sinistro, il distintivo che indica la qualifica di tiratore scelto.
1879


Nel 1879 la giubba, sebbene mantenendo lo stesso taglio, subì alcune variazioni.
In primis venne cambiato il panno azzurrato in favore di un panno turchino. In conseguenza di questo scompare la differenza cromatica tra il corpo della giubba e i paramani.
In più, al bavero, vengono applicate delle mostre pentagonali.
A livello di copricapo rimane confermato il kepy con lo stellone, ma viene rimosso il paranuca posteriore lasciando così solo la visiera.


Qui si notano bene i bottoncini per rialzare le falde anteriori.


Resta invariato invece il berretto da fatica.


Il cappotto subì delle lievi variazioni, la principale è la presenza delle controspalline fisse fra le spalline a lunetta e il bavero.



Nel 1877 era stata anche variata la buffetteria, ed era stato adottato un cinturino più sottile del precedente, e con una fibbia meno appariscente.


1887


Nel 1887 il fucile in dotazione al Regio esercito, il Vetterli 1870, venne trasformato con l'adozione dei caricatori da 4 colpi e questo comportò un adeguamento alle buffetterie e alle giubbe perchè le giberne passarono da una a due.
Il cambiamento più vistoso fu la rimozione dei due bottoncini per rialzare la falda, perchè le due giberne venivano portare al di sopra delle giubba, in favore dell'apertura sui lati di due sparati che permettevano al cinturino di passare, nella parte posteriore, al di sotto della giubba.

Nella foto qui sotto infatti si possono ancora notare le asole sulla giubba, l'assenza dei bottoncini e la presenza degli sparati:


Come detto variarono anche le buffetterie. Il colore divenne nero e le giberne diventarono due di diversa tipologia: una per i colpi sciolti e l'altra per i pacchetti caricatori.


Sulla sinistra la giberna per i colpi sciolti, sulla destra quella per i pacchetti caricatori (che resterà invariata anche per il fucile mod.91)



1888 - Le stellette metalliche

Nel 1888 si ebbe un altro piccolo ma significativo cambiamento: le stellette al bavero, che fino ad ora erano sempre state in stoffa, divennero metalliche. Naturalmente il cambiamento non fu immediato, probabilmente perchè furono usate ad esaurimento quelle in stoffa ancora presenti nei magazzini, per cui non è infrequente vedere foto dei primi anni del '90 con stellette in stoffa.

1894


Nel 1892 venne adottato ufficialmente il nuovo fucile mod.1891 e avviene un altro piccolo ma significativo cambiamento, legato sempre al cambio delle giberne.
Visto che le falde non venivano più rivoltate la profilatura inferiore delle falde della giubba perdeva la sua funzione e, pertanto, venne abolita.



1902

Questo anno segna la fine delle uniformi umbertine per la truppa e i sottufficiali.
Con l'atto n°94 del 24/04/1902 si ha l'introduzione delle mostrine coi colori delle brigate al bavero delle giubbe e vengono aboliti i "fiori" ai gradi.


Con questo si chiude anche questa veloce carrellata che, spero, potrà esservi utile. I più attenti si saranno accorti che non è stato trattato il tema delle uniformi d fatica, ma solo perchè data la vastità dell'argomento sarà oggetto di un articolo dedicato.
In caso di errori segnalatemeli senza esitazione, in modo da poterli prontamente correggere.

A cura di Arturo E. A.

Bibliografia:
- Stefano Ales, "Dall'armata sarda all'Esercito Italiano", Ed. Stato maggiore dell'esercito - Ufficio Storico, Roma, 1990;
- Giorgio Cantelli, "Le prime uniformi dell'Esercito Italiano" ed. Stato Maggiore dell'Esercito, Roma, 1994;
- Giorgio Cantelli, "Le uniformi del regio esercito del periodo umbertino" ed. Stato Maggiore dell'Esercito, Roma, 2000;
- Tavole di Quinto Cenni;
- Giornale Militare Ufficiale, annate varie;

Vorrei inoltre ringraziare in modo particolare uno dei miei mentori che, in questi anni, mi ha guidato nell'intricato mondo dell'uniformologia italiana e che nei forum di settore è conosciuto come "Furiere Maggiore di Fanteria"

4 commenti:

  1. Ciao,

    Hó scoperto una vecchia fotografia di un antenati mio che aveva lo stesso uniforme di quello della prima foto, comunque, sul kepy c'era invece il numero 56. Sai cosa significa? Sarebbe lo reggimento?

    Grazie,

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    1. Ciao,
      si, il 56 è il numero del reggimento, quindi il tuo antenato era del 56° Reggimento Fanteria che, insieme al 55° Reggimento Fanteria, formava la Brigata Marche.
      La brigata venne creata nel 1861, poco dopo l'unità d'Italia, e nel 1866 prese parte alla 3° Guerra d'indipendenza.
      Verso il 1863/1864 il 56° aveva la sede del reparto nella città di Bologna.
      Spero di esserti stato d'aiuto, per qualsiasi altra domanda chiedi pure.
      Un saluto,
      Arturo

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  2. Arturo,

    Ti ringrazio le informazioni preziose che mi hai fornito.. grazie!
    Pensavo che lui avesse partecipato della battaglia di Solferino, datto che era natto a Castiglione delle Stiviere, allora mi sbaglio.
    Se vuoi, posso spedirti la fotografia via e-mail.

    Un'altra volta, grazie tanto!

    Juliano

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    1. Ciao Juliano,
      sono contento di poteri essere stato d'aiuto. Per la battaglia si Solferino bisognerebbe vedere se era in servizio e in che reparto, magari il passaggio al 56° è stato successivo.
      La foto la vedrei volentieri, magari riesco a darti qualche altro dettaglio, puoi inviarla all'e-mail del blog ilvaloreitaliano@gmail.com

      Un saluto,
      Arturo

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