domenica 27 settembre 2015

"Avanti le ondate!" - un biglietto dalla trincea e la storia di Candido Cresseri


Candido Cresseri, sottotenente del 121° Regg. Fant. Brigata "Macerata", nel 1916. 
Già in altre occasioni, su queste pagine si è sottolineata l'importanza dell'interazione virtuosa tra gli archivi pubblici e le collezioni private, consentita dalla loro digitalizzazione, e in generale da Internet. In questo post, prenderemo le mosse - curiosamente - da un contributo pubblicato, nell'ormai lontano anno 2006, sul prezioso forum collegato al sito www.cimeetrincee.it . In questo post (che ci permettiamo di linkare qui: http://freeforumzone.leonardo.it/lofi/Strano-biglietto/D4390795.html), un anonimo contributore ("notturno53" (1)), raccontava di aver ritrovato, tra le carte del padre - sottotenente medico nella Grande Guerra - due "strani" foglietti. Uno, con scritti - nella grafia di suo padre - i dati di un altro ufficiale, "S. ten. Cresseri Candido", l'indicazione di un reparto, "121° reggimento fanteria", e una data: "9 novembre 1916". E un altro, scritto in una differente grafia, che riportava l'icastica frase: "Avanti le ondate!" e l'ora "11.30". Sullo stesso biglietto, vi erano anche due inquietanti macchioline rosse. Ci permettiamo - per dare completezza all'articolo - di riportare qui le due scansioni (a suo tempo pubblicate sul forum "cimeetrincee", ma ora non più visibili) dei due foglietti, opportunamente "filigranate", e sperando di fare cosa gradita anche al loro possessore (2):


Foto tratta dal forum "Cimeetrincee.it" (http://freeforumzone.leonardo.it/f/43630/Il-Forum-di-CIMEETRINCEE-IT/forum.aspx).

Foto tratta dal forum "Cimeetrincee.it" (http://freeforumzone.leonardo.it/f/43630/Il-Forum-di-CIMEETRINCEE-IT/forum.aspx).
Quale interpretazione dare di questi bizzarri documenti? Senza volare troppo con la fantasia, come giustamente osservava un altro utente del forum, solo due persone avrebbero potuto rispondere: chi aveva scritto il biglietto, e chi lo aveva conservato. Un piccolo enigma, dunque, apparentemente destinato a rimanere senza soluzione, salvo confidare nei poteri di qualche bravo medium. Sennonché, la domanda avrebbe dovuto essere estesa anche ad un altro soggetto: quello a cui il foglietto era stato, originariamente, affidato.

Sarà proprio grazie a costui che, per gli insondabili casi della Storia, l'enigma potrà essere risolto: è dunque opportuno iniziare a fare la sua conoscenza.

La storia di Candido Cresseri iniziò il 22 maggio del 1895, quando venne alla luce in una bella dimora di Codesino, una delle frazioni montane che formano il Comune di Casargo, in Valsassina, oggi in provincia di Lecco, ma che allora trovava il suo capoluogo nella città di Como. Proprio a Como, presso alcuni parenti, il giovane Cresseri si trasferì, appena adolescente, per frequentare il Regio Liceo Ginnasio "Alessandro Volta", la scuola che, allora come oggi, istruiva il futuro ceto dirigente dell'area lariana. Ottenuto il diploma nell'estate del 1914, Cresseri scelse, tuttavia, di non iscriversi all'università e di prestare, invece, immediatamente il servizio militare. Arruolato nel corso dell'autunno, fu dapprima destinato al 68° Reggimento della Brigata "Palermo", di stanza a Milano: un reparto presso il quale, in quel tempo, abbondavano i giovani milanesi e comaschi.

Una scherzosa foto della 7^ Squadra del Plotone Allievi Ufficiali del 68° Regg. Fant. nell'autunno del 1914.
Candido Cresseri è il primo in piedi sulla destra.

In breve, Cresseri fu scelto per frequentare i corsi da allievo ufficiale di complemento, che svolse sempre presso il 68° fanteria, e che gli valsero, qualche settimana dopo, i gradi da sergente. Nei primi mesi del 1915, terminati i corsi e ottenuta la promozione al grado di sottotenente, fu destinato al 24° Reggimento Fanteria della Brigata "Como", di stanza a Novara, per prestarvi il servizio di prima nomina.
La Brigata "Como", nel mese di maggio del 1915, fu mobilitata - nel quadro della c.d. mobilitazione rossa - e inviata in Veneto, nel Cadore. Qui fu poi schierata nella Valle del Boite, in attesa degli eventi.
Il 24 maggio 1915, allo scoppiare delle ostilità con l’Austria-Ungheria, la “Como” attraversò il confine e, nel giro di pochi giorni - il 29 maggio -, s’impadronì dell’importante centro di Cortina d’Ampezzo, donde si sarebbe preparata ad attaccare le posizioni fortificate poste sui monti circostanti. In seguito, i reparti della brigata occuparono il villaggio di Podestagno ed eseguirono vari attacchi contro lo sbarramento austro-ungarico di Son Pauses, che restarono, tuttavia, senza successo. Nei mesi successivi, la brigata continuò a operare sul fronte dolomitico, senza però che il 24° reggimento partecipasse ad azioni in grande stile. Fu, probabilmente, durante questo periodo di sosta nei combattimenti che il sottotenente Cresseri raggiunse in linea il suo reparto.

Candido Cresseri, in uniforme da sottotenente del 24° Regg. Fant. "Como", 1915.

All'inizio del mese di settembre, il reggimento svolse alcune piccole azioni contro le cime circostanti. Intorno al 9 settembre, il sottotenente Cresseri guidò il suo plotone all’assalto di alcune posizioni nemiche poste sul Monte Cristallo (3221 m s.l.m.), partecipando ai combattimenti dei giorni successivi. Questa azione rappresentò per lui il "battesimo del fuoco" (3).
Tre giorni dopo, l’11 settembre, nel corso di un assalto alle trincee della Cresta Bianca, Cresseri rimase ferito, alquanto gravemente, e dovette essere trasferito in retrovia (4). Dopo alcune settimane di convalescenza, si ristabilì e fu rinviato in linea: tuttavia, non tornò al suo posto presso il 24° reggimento, ma - come accadeva sovente a chi rientrava da lunghe licenze o convalescenze - fu assegnato ad un nuovo reparto. La sorte scelse per lui il 121° Regg. Fanteria della Brigata “Macerata”, che si trovava dislocata sul fronte carsico.
 
Il trasferimento sul Carso rappresentò, verosimilmente, un notevole choc per il giovane ufficiale, abituato, per provenienza personale e per la sua pregressa esperienza bellica, a muoversi in un paesaggio montano.

Il 121° reggimento prese parte, nel corso dell'estate, alla Sesta Battaglia dell'Isonzo (4 – 17 agosto), conquistando le trincee di Marcottini, e poi avanzando verso la linea Oppacchiasella-Nova Vas. In particolare, il 121° fanteria, all'alba del 12 agosto, riuscì a raggiungere Oppacchiasella, avanzando ulteriormente verso Nova Vas. Nei giorni successivi si tentò di proseguire lungo la medesima direttrice, ma la resistenza nemica non consentì ulteriori progressi sinché, il 17, l'intera brigata "Macerata" fu ritirata dalla linea e inviata a riposo nella zona di Campolongo. Circa un mese dopo, il 13 settembre, la brigata ritornò in linea, schierandosi nella zona di Doberdò e delle pendici meridionali della Quota 208-Sud.
Iniziate, su tutta la fronte carsica, le operazioni per l'offensiva generale che avrebbe costituito la Settima Battaglia dell'Isonzo (14-18 settembre), anche la "Macerata", il 15 settembre, entrò in azione. Suo obiettivo era la fatale Quota 208-Sud: nei tre giorni seguenti, i reparti assaltarono reiteratamente la linea che correva tra il vallone di Boneti (o Bonetti) e il culmine della Quota 208-sud. Nonostante un pesantissimo sacrificio di sangue (oltre 250 uomini fuori combattimento) l'azione non fu coronata dal successo. Dopo ulteriori tentativi durante la settimana successiva, la brigata "Macerata" - stremata - fu infine ritirata dalla linea il giorno 24 settembre, e inviata a riposo presso Romans d'Isonzo.
Il 12 ottobre, nelle ultime fasi dell’Ottava Battaglia dell'Isonzo (10-12 ottobre), la "Macerata" ritornò in linea, schierando i propri reparti quali riserve di due divisioni, impegnate nel combattimento.

Il 31 ottobre, ebbe inizio la Nona Battaglia dell’Isonzo, e la Brigata “Macerata” ricevette l’ordine di agire - ancora una volta - contro la Quota 208 Sud, e tentarne la conquista. Il 1° novembre, il 121° reggimento si lanciò all’assalto. La situazione, per gli attaccanti, si fece, nel volgere di poche ore, assai drammatica. In particolare, le comunicazioni telefoniche erano state interrotte, e il comandante del reggimento - col. Alfonso Santoro - , che si trovava insieme alle avanguardie, doveva far giungere l'ordine di avanzata agli altri reparti.  Serviva, dunque, una staffetta, un portaordini.
La scelta cadde sul giovane ma giudizioso sottotenente Cresseri: questi fu dunque incaricato di recarsi immediatamente presso il comando di battaglione, per recapitare l’ordine di avanzata. 
Il giovane ufficiale, sotto un incessante fuoco di artiglierie e fucileria, attraversò a ritroso la terra di nessuno, riuscendo, infine, a raggiungere le linee italiane. Qui, alla ricerca dei suoi superiori, entrò in una baracca. La decisione gli fu però fatale: il piccolo ricovero, infatti, fu immediatamente centrato da un proietto d'artiglieria nemico, che ne fece scempio (5). Cresseri, rimasto sotto le macerie, non ebbe scampo. Raccolto, ore dopo, dal cappellano del reggimento, sarebbe stato sepolto nel cimitero di guerra di Case Bonetti, a soli 21 anni. 

La tomba del giovane sottotenente Cresseri nel cimitero di guerra di Bonetti (o Boneti), 1916.

Questa la descrizione che, dell'episodio, riporta il prezioso Annuario del suo vecchio liceo "Volta": "Il 1° novembre 1916, portando un ordine del suo Colonnello al comandante di un Battaglione, dopo aver attraversato incolume una zona scoperta, sotto una fitta pioggia di proiettili, consegnato raggiante di già l'ordine, muore colpito da una granata" (6).

E così, ancora, racconta la fine di Candido un suo collega ufficiale del 121°, scrivendone alla famiglia Cresseri: " Furono giorni quelli che il solo ricordo riempie di lagrime gli occhi [...]. Però mi torna di conforto il potere assicurare [a] Lei e [alla] Famiglia che il buon Candido perì senza avere nemmeno il tempo di accorgersi, ed anche Dio volle che il corpo non rimase affatto straziato. Una profonda ferita alla testa prodotta dallo scoppio di una granata che colpì la baracca ove il povero Candido erasi rifugiato, [ne] troncò immediatamente l'esistenza. Sotto l'infuriare della tempesta di fuoco che pareva scatenarsi sul tratto di camminamento che adduceva alla fatale baracca, non [mi] riuscì e nemmeno riuscì ad alcuni altri ardimentosi di muovere un passo avanti per raccogliere subito il cadavere. Ma cessata un po' la terrificante sfuriata austriaca mentre io ero altrove comandato per altri incombenze, il nostro buon Cappellano che prima aveva con me preso gli accordi, fece trasportare la salma presso il posto di medicazione. Era intendimento nostro di seppellirla in un cimitero in cui altri compianti nostri colleghi giacciono, ma un ordine improvviso obbligava il reggimento a cambiare fronte. La sera stessa il reggimento partiva. Fu sempre per cura amorevole dello stesso Cappellano che il povero Candido, nella giornata riceveva dignitosa sepoltura nel cimitero di Bonetti (al Vallone) ove una croce fu piantata per identificazione. Presso quel cimitero riposano altri nostri sventurati ufficiali e soldati." (7)

Senza abbandonarsi a congetture fantasiose, ecco, dunque, infine, svelato il mistero del "foglietto insanguinato" pubblicato sul forum di cimeetrincee, e dal quale abbiamo scelto di cominciare questo breve articolo. Quel piccolo foglio di carta, conservato amorevolmente per un secolo, rappresenta il simbolo del sacrificio del giovane ufficiale della Valsassina.
A quel ragazzo dal volto del gentile la sorte, che gli fu avversa in vita, ha però riservato una lunga esistenza nella memoria di chi gli volle bene. Del suo collega - che conservò il famoso "strano biglietto" - e, soprattutto, dei suoi cari, che ne custodiscono gelosamente le foto e le carte. A loro, oltre che a lui, va il nostro ringraziamento .

A cura di Niccolò F.

(1) Chi scrive, pur non essendo iscritto al forum in questione, ha pur tentato, già alcuni anni fa, di mettersi in contatto con l'utente "notturno53", ma senza successo.
(2) Se "notturno53" o altro detentore dei diritti sulle immagini pubblicate originariamente sul forum "cimeetrincee" non avesse piacere alla pubblicazione su "Antologia Militare" delle due immagini in questione, ce lo segnali e provvederemo alla immediata rimozione delle stesse.
(3) Annuario per l'anno scolastico 1922-23 del Regio Liceo-Ginnasio "A. Volta", p. 16, op. cit.
(4) Ivi.
(5) La precisa descrizione dell'avvenimento è contenuta in una lettera indirizzata da un collega di Candido ai suoi genitori, e conservata nell'archivio di famiglia, in parte trascritta nel prosieguo.
(6) Annuario.... op. cit..
(7) Lettera del 24/11/1916 scritta dal ten. Davide L.... alla famiglia Cresseri, conservata presso l'archivio di famiglia.

BIBLIOGRAFIA
- Annuario per l'anno scolastico 1922-23 del Regio Liceo-Ginnasio "A. Volta", Stab. Tipo-Litografico R. Longatti, Como, 1924.

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