giovedì 28 giugno 2018

Giugno 1917, una lettera-testamento dall'Ortigara

Immagine tratta dal sito www.adunataalpini.it
Venti giorni sull'Ortigara
senza il cambio per dismontar
ta-pum ta-pum ta-pum » 
(Prima strofa del celeberrimo canto "Ta Pum")

Qualche mese fa, frugando tra le scartoffie presenti sulla bancarella di un mercatino, l'occhio mi cadde su una busta "verificata per censura". All'inizio sembrava una lettera come tante altre se ne vedono nei mercatini, ma dopo una veloce occhiata all'interno ho subito capito che quella lettera non meritava di restare li, alla mercè di pioggia e vento. 
La busta infatti è lo scrigno che custodisce il testamento spirituale di un alpino che prese parte alla sanguinosa battaglia dell'Ortigara, combattuta tra il 10 e il 29 giugno del 1917 e nella quale l'Esercito Italiano vide circa 28.000 tra caduti, feriti e dispersi. 

La busta, con timbri di Posta Militare della 52° Divisione
Ecco la trascrizione:

Dal Fronte 7-6-917
Guglielmo mio carissimo,
alla vigilia, forse, di un grave e maestoso avvenimento che tu conoscerai dai giornali prima che questa mia ti giunga, sento il bisogno, anzi il dovere d'intrattenermi teco che sei della famiglia, il solo che può conoscere quanto affronto così con animo forte. Non so se il destino mi farà sopravvivere a questa battaglia, la più gigantesca che si sia compiuta in Europa ed alla quale con slancio eroico siamo quassù tutti pronti moralmente e materialmente, perchè le sorti sono due. Mi penso ad ogni modo, da buon soldato la più terribile. Se ciò dunque fosse, Guglielmo mio carissimo, ricordati che gli ultimi miei istanti li avrò passati felicemente, col pensiero del dovere compiuto, del sacrificio sublime adempiuto per la mia Italia, per la mia bella patria che sogno grande, rispettata, libera sopra tutto: per le mille madri d'Italiani, che non avranno subito mercè il sangue da noi versato l'odiata barbarie nemica, per i bimbi d'Italia nati in momenti terribili, ma che guarderanno in un avvenire sicuro non più arrossato dal sangue, non più flagellato dalla bufera atroce che su di noi si scatenò. Ed è appunto per cacciare da quel lembo d'Italia occupato, il nemico, che domani le belle, splendide, gloriose forze alpine, muoveranno all'attacco di nevose cime di munitissime trincee nemiche. Tutti quanti abbiamo fede nella vittoria: ed essa non ci potrà mancare. Ed io sono felice superbo di essere fra le truppe scelte dalla fortuna e dal comando a compiere questa azione.
Se dovrò mancare sii forte, non lasciarti schiacciare dal dolore. A te l'incarico di consolare la mamma, il papà, Anna, Rachele. Convincile che io non potevo augurarmi di meglio e che devono andarne fiere, orgogliose. Tu cerca con tutta la tua forze giovanile di farti una ottima posiziona sociale: sei giovane, d'ingegno e l'avvenire è tuo. Sii costantemente d'esempio ed anche tu se domani fossi chiamato a qualsiasi sacrificio dalla patria, accorri con entusiasmo sotto le sue bandiere, offrile la vita, dalle qualsiasi bene. Scrivo a te perché ti so forte: quindi non far trasparire nulla in famiglia. Se la fortuna mi arriderà, appena potrò io darò mie nuove: la lettera, queste mie povere parole che vogliono rispecchiare tenuamente l'animo mio, tu non le mostrerai a nessuno se non quando sarà certo il mio trapasso all'aldilà. E' questo il mio testamento morale: come tale deve essere un segreto tra noi due. Mi comprendi? Fatti coraggio, sii forte come io lo sarò nell'affrontare il nemico, come lo sarà tuo fratello che ti bacia con tutto l'affetto, dal profondo del cuore, sulle labbra e sulla fronte.
Viva l'Italia. Mamma! Mamma mia sii forte come le donne di Roma Antica.
Nino
P.S. Ti mando un ricciolo dei mie capelli. Se... li consegnerai alla mamma. Addio


Il ricciolo non è stato ritrovato, magari è stato inserito dall'amata madre in un medaglione da portare al collo, e il mittente è purtroppo ignoto ma sappiamo che il destinatario era il fratello residente a Intra sul Lago Maggiore. 
Dall'indirizzo sulla busta il cognome sembra essere "Besio" o "Berio" e da una ricerca sull'Albo d'Oro dei caduti è presente un solo militare con quel cognome. Il mittente potrebbe quindi essere il soldato Besio Domenico di Francesco nato ad Albissola Marina il 9 Maggio 1889, soldato del 1° Reggimento Alpini e morto per ferite riportate in combattimento il 19 Giugno 1917 sull'Ortigara. 
C'è però la possibilità che il mittente non sia Domenico, lo stile di scrittura e la calligrafia farebbe più pensare ad una persona con istruzione elevata e quindi probabilmente un ufficiale che, non essendo presente in albo d'oro, sia sopravvissuto alla guerra e rientrato felicemente a casa.
Se qualche lettore avesse maggiori informazioni sul mittente può contattarci all' e-mail ilvaloreitaliano@gmail.com

A cura di
Arturo E. A.

BIBLIOGRAFIA:
- Banca dati del ministero della Difesa - Banca dati per la ricerca dei caduti e disperi in guerra https://www.difesa.it/Il_Ministro/CadutiInGuerra/Pagine/default.aspx

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