martedì 21 agosto 2018

“Dal Fronte alla prigionia: la Grande Guerra di Fiorino Gheza” - di Paolo Dentella

Dal Fronte alla prigionia: la Grande Guerra di Fiorino Gheza
di Paolo Dentella

Adamello, Accademia Militare di Modena, fronte dell’Isonzo, Caporetto, e poi la prigionia: Grafenwöhr, Ingolstadt, Darmstadt, Crossen am Oder e Cellelager. Queste le tappe della Grande Guerra combattuta da Fiorino Gheza, il cui diario è alla base del libro “Dal Fronte alla prigionia: la Grande Guerra di Fiorino Gheza”.

Chiamato alle armi nel 1916, Gheza viene inviato al Battaglione alpino "Edolo", sull’Adamello, dove non prenderà parte ad azioni militari, prendendo la decisione di seguire un corso per Aspiranti Ufficiali alla Scuola militare di Modena. 
Ricevuti i gradi viene inviato sul fronte goriziano, il principale dello schieramento italiano, dove nell’agosto 1917 prende parte all’Undicesima offensiva dell’Isonzo, detta “della Bainsizza”. Dopo dieci giorni di estenuante battaglia si ammala di febbre tifoide e viene ricoverato in ospedale dove, a fine ottobre, lo sorprende la rotta di Caporetto: Fiorino cerca scampo ad Udine, ma proprio qui viene catturato dalle truppe tedesche che stavano entrando in città. Tradotto al confine, comincia la sua trafila da prigioniero in vari campi dell’Impero: se a Grafenwöhr ed Ingolstadt non incontra particolari difficoltà, a Darmstadt comincia a far conoscenza con le privazioni che, per i mesi in avanti, saranno una costante; camerate comuni non riscaldate, disinfezioni, appelli al freddo ogni mattina e quella che diventerà un’ossessione odierna: la fame. A Cellelager, ultima destinazione, Fiorino passerà il periodo più lungo, fino al rimpatrio avvenuto nel gennaio 1919, ben due mesi dopo la fine delle ostilità.

La narrazione nel diario di Gheza è integrata da disegni che lui tratteggia di proprio pugno, i quali rivelano un enorme talento artistico e fanno della sua testimonianza un unicum nel panorama diaristico della Grande Guerra.

Dal fronte alla prigionia, la Grande Guerra attraverso il diario di Fiorino Gheza, oltre ad ampi stralci del diario di Fiorino, contiene altre testimonianze di soldati e prigionieri che ebbero un percorso simile al suo, tra i quali spicca quella di Carlo Emilio Gadda, anch’esso adamellino, combattente in Friuli, catturato a Caporetto e prigioniero a Cellelager. 
Si può così delineare una vicenda spesso trascurata nei discorsi sulla Prima Guerra Mondiale, ancora attuali in quest’ultimo anno di centenario, ovvero quella dei prigionieri italiani: dimenticati e reietti dalla patria per cui combatterono, dovettero far fronte alle privazioni dei lager con modalità che, in certe forme, anticiparono le enormi brutalità che caratterizzeranno la vicenda dei campi di concentramento della Seconda Guerra Mondiale. 
 
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