Si stupiranno forse, i nostri
quattro lettori, per la nostra scelta di inserire questa “sezione” nel blog.
Qui raccontiamo, o perlomeno ci proviamo, storie di vita contrassegnate da
forti passioni: senso del dovere, valore militare, patriottismo (per chi ci
crede o ci ha creduto), e, insieme, sofferenza, violenza, disagi fisici e
psicologici, e, spesso, morte. E lo facciamo, per chi ci legge, perlopiù
partendo da un oggetto, sia esso una
medaglia, una cartolina, una fotografia, un capo di vestiario.
Potrebbe dunque sembrare
irrispettoso, verso la memoria di quegli stessi uomini che qui vogliamo
ricordare, accostarne le vicende umane ad aspetti quasi “commerciali”, quali
quelli legati in generale al mondo del collezionismo, o comunque della raccolta di oggetti e documenti.
Eppure, a ben pensarci, la
massima parte dei nostri articoli prende le mosse esattamente da questo: e
cioè, dal collezionismo, che, per
forza di cose deve passare fatalmente da qualche forma di commercio, inteso come traslazione (più o meno onerosa) di un bene
da un soggetto ad un altro. Ogni foto, cartolina, medaglia, cimelio che qui
presentiamo ha, esattamente, tale provenienza.
Sovente vengono mosse aspre
critiche – legittime ed anche comprensibili – a questo modo di procedere: i
collezionisti – quali si considerano anche gli autori di queste pagine – sono
dunque accusati di fare sordido mercimonio di oggetti legati a memorie intime e
preziose di uomini che hanno sacrificato i propri anni migliori per un’idea,
per un sentimento, o anche solo per dovere.
Eppure – e di questo siamo
intimamente convinti – il collezionismo, inteso anche nel suo senso dinamico e
di vero mercato, risponde a una
funzione assolutamente fondamentale per la tutela di quegli oggetti sui quali è
esercitato: ne assicura (quando fatto con intelletto
ed amore, come ci illudiamo di fare), cioè, la conservazione, la catalogazione
e, non ultima, la condivisione. Una cartolina, ad esempio, non è che un pezzo di carta gualcito: elevarla ad oggetto di collezionismo significa, in un certo senso, trasfigurarla; conservarla al meglio, estrarne ogni informazione, farla "parlare" sino, magari, a ricostruire la storia dell'antico mittente. In tal modo, la cartolina, l'oggetto, perde la propria primitiva identità, e diventa una storia, che può anche essere, se condivisa nel WorldWideWeb, fruita illimitatamente e da chiunque.
Per tutto questo, non abbiamo
timore di proporre, anche nel contesto del nostro blog, una sezione
specificamente dedicata al collezionismo
- che rappresenta la stessa scaturigine di queste pagine -, esplicitando il
nostro interesse all’acquisto di materiale relativo alla storia militare dell’Italia e degli Italiani.