lunedì 28 novembre 2022

Ricordo del capitano Umberto Mondello, caduto a Volzana il 22 ottobre 1915

Negli articoli di questo nostro Blog abbiamo più volte trattato le vicende dei fanti della Brigata "Valtellina", ed in particolare di quelli del 65° reggimento. Tra questi, ufficiali di fresca nomina come il s.ten. Antonio Depoli, o ancora vecchi veterani come il magg. Romano Romani.
Stavolta, l'occasione di tornare ad occuparci dei fanti bianco-neri ci viene da un piccolo ritrovamento avvenuto nientemeno che durante l'ultima edizione di "Militalia" a Novegro.
Girando distrattamente (o quasi) tra i banchi della fiera insieme al nostro ottimo Arturo A., finiamo a frugare tra un blocchetto di fotografie cartonate. Tra i tanti volti ignoti, ad un tratto ne incontriamo uno che ci pare di aver già visto. Dopo una breve ricerca online, troviamo conferma di questa piccola intuizione e acquistiamo la fotografia per pochi euro.
Umberto Mondello, in grande uniforme da capitano del 65° regg. fanteria (coll. dell'Autore).

Avevamo già incontrato il suo volto consultando l'annata 1915 de L'Illustrazione Italiana che, come anche la Domenica del Corriere, nei primi anni di guerra pubblicava settimanalmente una sorta di rubrica dedicata ai ritratti dei caduti.
Il personaggio ritratto è il protagonista di questo breve articolo.  
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Nel bel mezzo del Tirreno, sull'Isola di Capraia, il 27 gennaio 1873 nasce Umberto Mondello. Difficilmente possiamo oggi immaginarci la vita in quel frammento di Arcipelago toscano, nella seconda metà dell'Ottocento. Probabilmente, quel mondo risulta un po' stretto al nostro Umberto, che deciderà dunque di intraprendere una carriera che lo porterà ben lontano dal suo mare.

Appena adolescente, Mondello entra infatti nel Collegio Militare di Firenze, quale allievo "a mezza pensione". Terminati con profitto i corsi del Collegio, nel 1891 è ammesso all'allora Scuola Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena [1].
Da qui esce nel 1895 con il grado di sottotenente, assegnato al 7° reggimento fanteria della Brigata "Cuneo" [2].
Solo tre anni dopo, nell'agosto del 1898 è promosso al grado di tenente. Nel 1905, con il medesimo grado, risulta ancora assegnato al 7° reggimento fanteria, in quel momento di stanza a Potenza.
Mondello si dedica anche al tiro a segno, venendo - nel 1904 - nominato direttore di tiro della società di Tiro a Segno Nazionale di Taranto.
Il capitano Mondello, proveniente dalla Scuola Militare, potrebbe avere di fronte una brillante carriera. Invece, in questi anni, qualcosa s'inceppa: per ottenere la promozione a capitano dovranno trascorrere altri sei anni (dodici in tutto, dalla promozione a tenente).
La terza stelletta giunge 17 marzo 1910 e poco dopo Umberto Mondello è trasferito al 65° reggimento fanteria della Brigata "Valtellina". Il reggimento è di stanza a Cremona da due anni, proveniente dalla sede di Como.
L'organico degli ufficiali di carriera è, dunque, ricco di lombardi. Il toscano Mondello trascorre in guarnigione a Cremona i successivi cinque anni, sino al fatidico 1915.
Ripercorriamo, quindi, di seguito brevemente le principali vicende della Brigata "Valtellina" nei mesi seguenti, traendole dal riassunto storico.

La mobilitazione e le offensive estive

Alla vigilia dell'inizio delle ostilità con l'Austria Ungheria, la Brigata "Valtellina" si trova già in zona di operazioni sulla destra dello Judrio, fra Castel del Monte e Janich, alla dipendenza della 7^ Divisione.
Il 24 maggio, oltrepassato il confine, occupa senza resistenza la dorsale del Monte Korada e si schiera poi, ai primi di giugno, lungo la fronte Kambresko - Maria Zell, ove compie azioni dimostrative e tentativi di passare l’Isonzo nei pressi di Canale e Bodrez.
Il 21 giugno si trasferisce nei pressi di Volzana e la notte sul 4 luglio, mentre è in corso la Prima Battaglia dell'Isonzo (23 giugno - 7 luglio), attacca col 66° Reggimento e il I/65° il nemico fra ponte San Daniele (strada Volzana - Tolmino) e Kosarsce; ma la solidità delle difese accessorie arresta lo slancio degli attaccanti e soltanto il II/66° riesce, di sorpresa, ad occupare una trincea nemica sulle pendici nord-ovest di S. Maria ed a mantenervisi, malgrado i contrattacchi avversari.

Il 14 agosto l’offensiva viene ripresa con un nuovo attacco contro l'altura di Santa Maria, che consente solo, ed a prezzo di gravi perdite, di avvicinarsi al primo ordine di reticolati e di rafforzarvisi. Nel corso di questi scontri, il 16 agosto, cade colpito a morte anche il maggiore Romano Romani, comandante del III battaglione del 65° reggimento, al quale abbiamo dedicato un altro nostro breve articolo.
Altri tentativi vengono rinnovati in seguito, dai battaglioni alternantisi a turno in prima linea, ma con scarsi risultati, data la forte efficienza delle difese predisposte dall’avversario sull’altura, che costituisce la sentinella avanzata della piazzaforte di Tolmino. In questi sanguinosi combattimenti dell'ultimo scorcio di agosto, trova la morte anche il giovane sottotenente milanese Antonio De Poli, del quale abbiamo già narrato le vicende.

La Terza battaglia dell'Isonzo

Le operazioni, per il 65° reggimento - così provato - subiscono un breve stallo durante il mese di settembre, che viene dedicato alla riorganizzazione del reparto, mentre i comandi superiori si concentrano sulla pianificazione di una nuova offensiva generale.
Essa darà luogo alla Terza Battaglia dell’Isonzo, che prenderà avvio il 18 ottobre durando sostanzialmente sino al 4 novembre 1915.
La lotta si riaccende violenta sul fronte isontino. Fra il 21 e il 31 ottobre, i reggimenti della Brigata "Valtellina" entrano in azione rinnovando gli sforzi per impadronirsi dell'altura di Santa Maria di Tolmino. Nonostante l'anzianità e la falcidia che ha colpito gli ufficiali del reparto durante i combattimenti dei mesi precedenti, Umberto Mondello si appresta a rientrare in combattimento ancora al comando della sua compagnia, con il grado, però, di Primo capitano
E così, nel secondo giorno di combattimento, 22 ottobre, anche il capitano Mondello trova la morte, che lo coglie presso Volzana.
Schieramento italiano e A.U. nel settore di Tolmino (alla data del 26.11.1915; da L'Esercito Italiano nella Grande guerra, Vol. II, Tomo 1, pag. 320). In giallo, le posizioni di Volzana.


Il riassunto storico della "Valtellina", laconicamente, traccia un tragico bilancio di quei giorni, quantificando le perdite subite nel "sacrificio di 1400 uomini e 79 ufficiali" tra morti, feriti e dispersi (perché deceduti e non recuperati o presi prigionieri).
Ritratto del cap. Mondello, pubblicato su L'Illustrazione Italiana nelle pagine relative ai caduti (da notare, l'erronea indicazione di "Erba" anziché "Elba").


Le spoglie del capitano Mondello sono raccolte presso il cimitero di guerra di Tolmino donde, alla fine degli anni Trenta, saranno traslate presso il Sacrario di Oslavia, presso il quale tuttora riposano [3].

Alla memoria di questo sfortunato ufficiale dedichiamo questo modesto articolo.


A cura di Niccolò F.



NOTE

[1] Giornale Militare del 1891, Parte II, pag. 254.

[2] R.D. 17 marzo 1895.

[3] Le spoglie del cap. Mondello riposano nel Loculo 10298 del Sacrario di Oslavia.

BIBLIOGRAFIA
  • L'Esercito italiano nella grande guerra, Vol. II, vari tomi, Istituto Poligrafico dello Stato, Roma, 1929.
  • La Grande Guerra sulla fronte Giulia, O. Di Brazzano, Ed. Panorama, 2002.
  • Riassunti Storici dei Corpi e Comandi nella guerra 1915 - 1918 , Roma - Libreria dello Stato.