In questo piccolo spazio del web diamo, spesso, conto di vicende umane ricostruite, a ritroso, a partire da una fotografia, una cartolina, un documento. In tanti anni di collezionismo e ricerche correlate, assai raramente capita invece il caso opposto: di ritrovare, cioè - magari su un banco di un mercatino - un nome, un simbolo, e, soprattutto, un'immagine a noi già
conosciuta. A chi scrive è capitato in relazione al personaggio che vi presentiamo di seguito: ed è stata una bella emozione.
Una domenica di qualche anno fa, scartabellando
in una cassetta di vecchi documenti, il mio sguardo ha incrociato
quello di un volto che, pur distante cent'anni da me, riconoscevo. Era il viso del sottotenente Lino Cattaneo. Come me, comasco, studente del
"Volta" (lo storico liceo classico cittadino), e poi studente di giurisprudenza. Vi racconteremo la sua storia.
***
Lino
Cattaneo nasce a Como il 25 novembre del 1893, ultimo dei numerosi figli
di Felice Cattaneo e Rachele Huth, in una bella casa di Via Porta, accanto al Teatro Sociale.
Cattaneo, di buona famiglia borghese, frequenta dapprima il Collegio "Gallio" e poi, dopo il ginnasio, il Regio Liceo "Alessandro Volta". Conseguito il diploma, si iscrive alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Pavia, e vi si trasferisce per gli studi.
In tal modo - oppure perché assegnato alla terza categoria - è temporaneamente dispensato dalla chiamata alle armi della sua classe di leva, che avviene nel 1913. Compiuto il primo anno di corso [1], tra la fine del 1914 e la primavera del 1915, è tuttavia chiamato alle armi.
La bella casa della famiglia Cattaneo, a Como, in Via Porta. |
Cattaneo, di buona famiglia borghese, frequenta dapprima il Collegio "Gallio" e poi, dopo il ginnasio, il Regio Liceo "Alessandro Volta". Conseguito il diploma, si iscrive alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Pavia, e vi si trasferisce per gli studi.
Lino Cattaneo (a sinistra, in borghese) con la famiglia. |
In tal modo - oppure perché assegnato alla terza categoria - è temporaneamente dispensato dalla chiamata alle armi della sua classe di leva, che avviene nel 1913. Compiuto il primo anno di corso [1], tra la fine del 1914 e la primavera del 1915, è tuttavia chiamato alle armi.
Svolge poi il corso accelerato da allievo ufficiale presso l'Accademia di Fanteria e Cavalleria di Modena, che termina. nel corso dell'estate, ottenendo i gradi da sottotenente. Assegnato all'arma di Fanteria, è infine destinato - insieme a moltissimi
comaschi - al 67° Reggimento Fanteria della Brigata "Palermo", che è di
stanza nel capoluogo lariano sin dal 1908. In tale reparto sono inquadrati, in tale momento, anche altri personaggi interessanti incontrati su questo blog, tra i quali l'allora capitano Elio Ferrari (per la cui vicenda rimandiamo al nostro articolo leggibile qui).
Nel mese di marzo del 1915, il 67°, in previsione dell'inizio delle ostilità, è inviato nella zona a cavallo tra la Valtellina e la Valle Camonica: tale trasferimento va inscritto nel quadro della manovra di radunata del III Corpo d'Armata, avente lo scopo di avvicinare una prima aliquota di truppe al confine con l'Impero Austro-Ungarico, nel proprio tratto di fronte di competenza. In tali posizioni, il 67° si trova alla data del 24 maggio.
Lino Cattaneo in uniforme da sottotenente del 67° Regg. della Brigata "Palermo". |
Dopo l'inizio delle ostilità, il reggimento - riunito al gemello 68°, col quale formava appunto la Brigata "Palermo" - si trasferisce, in giugno, nel settore dell'Alta Valle Camonica, dislocandosi fra Ponte di Legno e il Passo del Tonale, inquadrato nella Prima Armata. La Brigata "Palermo" trascorre l'estate in tale settore del fronte, prendendo parte a varie operazioni offensive: tra queste, in particolare, l'attacco sferrato il 25 agosto sulla Sella del Tonale, nel quale trova la morte il capitano Ettore Scagliola (al quale abbiamo il nostro articolo leggibile qui).
All'inizio di ottobre, il reggimento passa dunque a riposo, per poi essere destinato alla fronte carsica. Nelle settimane successive, la Brigata "Palermo" inizia le operazioni di trasferimento che la portano a radunarsi alle falde del Monte San Michele, passando alle dipendenze della Terza Armata (29^ Divisione dell'XI Corpo d'Armata).
Il reggimento, dunque, attraversa l'Isonzo nei pressi di Sagrado, portandosi a Sdraussina - ai piedi del San Michele - e completando il movimento entro il 21 novembre. Nel frattempo, dal 10 novembre, sono in corso le operazioni offensive che complessivamente costituiranno la Quarta Battaglia dell'Isonzo.
Quattro giorni dopo, giunge l'ora fatale anche per il I e il III Battaglione del 67° [3]: essi, in concorso con altri reparti, hanno come obiettivo le linee austriache poste sulle propaggini sud-occidentali del Monte San Michele. Il 24 novembre, dunque, i due battaglioni del 67° si lanciano all'assalto del tratto di fronte che corre tra l'abitato di Peteano, Boschini, e la Quota 124.
Il sottotenente Cattaneo si trova al comando del suo plotone, inquadrato nella 1^ compagnia del I Battaglione del 67° Reggimento. Al termine del combattimento, il III Battaglione ha conquistato la Quota 124, mentre il I Battaglione si è impadronito del trincerone di Peteano.
Il prezzo, in termine di perdite, è però altissimo: nel corso dell'azione,
cadono infatti numerosi ufficiali, e decine di uomini di truppa. Tra i primi, si possono ricordare entrambi i comandanti di battaglione: il maggiore Alberto Barbero (del I Btg.) e il capitano conte Enrico d'Oncieu de Chaffardon (del III Btg.).
Anche il sottotenente Lino Cattaneo, nel corso di un contrattacco notturno e mentre si trova al comando della propria compagnia perchè caduto il comandante, rimane ferito gravemente all'addome e a un braccio da una fucilata [3]. Egli è così trasportato a Romans d'Isonzo, ove è ricoverato presso l'Ospedale da Campo n°76.
Qui, dopo tre giorni di agonia, spira, il 27 novembre 1915, alle ore 15.55, all'età di ventidue anni. Secondo la stampa comasca:
Anche il sottotenente Lino Cattaneo, nel corso di un contrattacco notturno e mentre si trova al comando della propria compagnia perchè caduto il comandante, rimane ferito gravemente all'addome e a un braccio da una fucilata [3]. Egli è così trasportato a Romans d'Isonzo, ove è ricoverato presso l'Ospedale da Campo n°76.
Qui, dopo tre giorni di agonia, spira, il 27 novembre 1915, alle ore 15.55, all'età di ventidue anni. Secondo la stampa comasca:
"Egli è morto cristianamente e da forte com'era vissuto, assistito fino all'ultimo dal cappellano militare, che dovette ora compiere il mesto ufficio e pio di comunicarne la notizia alla famiglia, già provata per altri recenti lutti."[4]
Le sue spoglie sono inumate nel cimitero comunale di Romans. Il suo nominativo non figura tra quelli dei caduti "noti" traslati presso il Sacrario di Redipuglia: ci ripromettiamo di verificare se i resti dello sfortunato ufficiale furono, dopo la guerra, traslate a Como, o se debbano invece ritenersi conservate tra quelle degli "ignoti" di tale sacrario.
La tomba del s.ten. Cattaneo, nel cimitero di Romans d'Isonzo. |
Nel
1923, nell'atrio d'ingresso del suo vecchio Liceo "Volta", viene
inaugurato il monumento dedicato agli studenti caduti. Il nome di
Cattaneo è il terzo dall'alto.
[1] Così in L'Ordine - quotidiano cattolico della diocesi di Como, 7 dicembre 1915.
[2] Il solo II Battaglione, invece, è già operativo in zona sin dalla settimana precedente, aggregato al 113° Reggimento della Brigata "Mantova".
[3] Così in Annuario per l'anno scolastico 1922-1923..., op. cit. In merito alla circostanza della morte del comandante la compagnia, si rileva qui che, alla data del 25 novembre, risultano caduti - oltre al già citato cap. Enrico d'Oncieu de Chaffardon - i soli capitani Argeo Binda, da Milano, della 9^ compagnia (III Btg.) e Giorgio Turati, da Piacenza, della 10^ (III Btg.).
[4] L'Ordine, ivi.
N. B.
La storia del sottotenente Cattaneo era già stata oggetto di un post su un forum di collezionismo militare, ad opera del medesimo autore di questo articolo.
A cura di Niccolò F.
BIBLIOGRAFIA
- Annuario per l'Anno 1922-1923 del Regio Liceo Ginnasio "Alessandro Volta", Como, Longatti, 1924.
- Pier Amedeo Baldrati, Il 67º Fanteria - Cento anni di Storia, Como, Tipografia A. Noseda, 1962.
- Emmanuele Sottile, Il 67° Fanteria 1862-1920, Como, Tipografia R. Longatti, 1923.
- AA. VV., L'Esercito Italiano nella Grande Guerra (1915-1918), Vol. III, Roma, Libreria dello Stato.
- Riassunti Storici dei Corpi e Comandi nella guerra 1915 - 1918 , Roma - Libreria dello Stato.