domenica 3 dicembre 2023

Francesco Forghieri, un bersagliere alato: dall'Isonzo ai cieli fatali

Anche questo breve articolo prende le mosse da un oggetto: stavolta, come già in passato, si tratta di una medaglia di bronzo al Valor Militare recentemente entrata nella nostra collezione, appartenuta a un giovane e brillante ufficiale dei Bersaglieri, poi divenuto pilota aviatore.

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Francesco Forghieri nasce a Firenze il 20 febbraio del 1894, da Enea Forghieri e da Luisa Bianchi.

Pur in mancanza di dettagliate informazioni, dobbiamo ritenere che egli svolga perlomeno gli studi liceali e poi, nel 1913, si presenti anticipatamente al reclutamento nel Regio Esercito quale volontario di un anno, venendo arruolato con la classe del 1893 [1].

Ritratto di Francesco Forghieri pubblicato nel 1916 da La Domenica del Corriere.

Assegnato al corpo dei Bersaglieri, è poi destinato ai corsi per allievo ufficiale, che conclude alla fine del 1914. Col gennaio del 1915, è quindi promosso al grado di sottotenente [2] e inviato al 6° Reggimento Bersaglieri per prestarvi il servizio di prima nomina.

Raggiunge quindi la sede del reggimento, a Bologna, dove però, nel volgere di poche settimane, è coinvolto nelle operazioni prodromiche alla mobilitazione generale, in vista dell'apertura delle ostilità con l'Austria-Ungheria.

Nel frattempo, il sottotenente Forghieri è assegnato al battaglione ciclisti del reggimento (VI Btg. Ciclisti) e con tale reparto è quindi mobilitato. 

Cartolina commemorativa prebellica del VI Battaglione Bersaglieri Ciclisti.
 

Il Battaglione, posto al comando del maggiore Nicola Rubino, è dunque assegnato a rinforzo del VI Corpo d'Armata e dislocato, alla vigilia della dichiarazione di guerra, a Percotto, lungo il corso del Torre. Dal 24 maggio, il battaglione inizia una serie di ricognizioni sulla destra dell'Isonzo, specialmente verso il Podgora. Di seguito, il 7 e ancora il 9 giugno,  (insieme al IX Btg. Ciclisti) tenta l'occupazione di Lucinico, dovendo poi rinunciarvi.

Il 23 giugno, insieme all'intero VI Corpo d'Armata, riprende l'offensiva, rimanendo in un primo tempo in riserva a Vipulzano. Da qui, il VI Btg. Ciclisti riceve l'ordine di puntare su Osteria al Ponte e Pri Fabrisu, un gruppo di case sulla via per San Floriano.

Il 24 giugno 1915 - esattamente un mese dopo l'inizio delle ostilità - i nostri bersaglieri raggiungono Pri Fabrisu, un gruppo di case sulla via per San Floriano, punto di passaggio nell'avanzata verso Oslavia.

Luigi Barzini, l'anno dopo, avrebbe così descritto il luogo:

"Per arrivare alle alture di Oslavia noi dobbiamo scendere in un terreno che il nemico domina quasi interamente, giù per gli ultimi declivi orientali di San Floriano e di Pri Fabrisu, in fondo ad una valletta, e poi risalire. "[3]
Qui i nostri bersaglieri vengono fatti segno di un nutrito fuoco d'artiglieria austro-ungarico, con massiccio utilizzo di shrapnel.

In questa circostanza, mentre porta i suoi uomini all'assalto, Francesco Forghieri rimane ferito ad un piede. Ciononostante, non abbandona il combattimento, continuando invece a dirigere l'azione dei propri bersaglieri. Per questo suo contegno è dunque decorato di Medaglia di Bronzo al Valor Militare con la seguente motivazione:

"Comandante di plotone, mentre attraversava terreno intensamente battuto dall'artiglieria nemica, benché colpito da una palletta di shrapnel ad un piede, continuava nell'azione e con fermezza ed ardimento regolava le mosse del suo reparto, conducendolo al posto al quale era destinato". - Pri Fabrisu, 24 giugno 1915 [4]
Dopo centootto anni da quei fatti, possiamo con soddisfazione mostrare la medaglia che fu conferita al sottotenente Forghieri, giunta sino a noi e recentemente entrata in collezione.

 
La medaglia gli viene conferita nel 1916, e i suoi cari colgono l'occasione per approfittare di un'utilissima rubrica de La Domenica del Corriere - popolarissimo settimanale del Corriere della Sera -, facendo pubblicare il bel ritratto del giovane ufficiale, accompagnato dalla motivazione della MBVM (rigorosamente senza indicazioni di località, per ovvie ragioni di censura) [5]:

Trafiletto de La Domenica del Corriere dedicato al s.ten. Forghieri.

Nella medesima circostanza, anche il già citato cav. Nicola Rubino, maggiore comandante il VI Btg. Ciclisti, è decorato di MBVM, con una motivazione sostanzialmente identica a quella del Forghieri:

"Comandante di un battaglione ciclisti avanzante su un terreno intensamente battuto dall'artiglieria nemica, rimasto colpito da una palletta di shrapnel ad un piede, tornava, dopo medicato, al suo posto di comando per regolare le mosse del proprio reparto durante tutta l'azione, dando bello esempio di fermezza e di coraggio." - Pri Fabrisu, 24 giugno 1915
Dopo questo combattimento, ripresosi dalla ferita al piede, Francesco Forghieri torna tra i suoi bersaglieri del VI Battaglione: le mutate contingenze belliche hanno, nel frattempo, imposto ai nostri di abbandonare le loro biciclette. Il Battaglione, appiedato, combatte nei mesi successivi nel settore del Monte Sabotino e poi contro le posizioni di Peuma e di Oslavia ove, con alterne vicende, resterà sino all'inverno del 1915.

Non disponendo, al momento, di ulteriori informazioni sulla carriera di Francesco Forghieri, possiamo presumere che egli rimanga presso il suo reparto, o quantomeno presso il corpo dei Bersaglieri, ancora per tutto il 1916 [5].
Forghieri è, in ogni caso, promosso al grado di tenente e poi di capitano, ottenendo anche il trasferimento ai ruoli del Servizio Attivo Permanente. Segni, questi, di una carriera brillante e di un costante apprezzamento da parte dei superiori.

A un certo punto della campagna, per Francesco Forghieri si delinea un nuovo destino: non più combattere tra il fango delle trincee, ma spiccare il volo. E', infatti, trasferito al "Deposito Aeronautica", ruolo aviatori. Il nostro va quindi a pieno titolo annoverato nel folto gruppo di quegli  animosi bersaglieri che sceglieranno, nel corso della guerra, di continuare a servire l'Italia nei cieli, contribuendo allo sviluppo della nostra giovanissima aviazione. Tra loro, personaggi come Arturo Mercanti (futura MOVM) e Rino Corso Fougier, per le cui vicende rimandiamo all'ottimo sito "Fiamme Cremisi".

Così, quale "pilota aviatore", il capitano Forghieri prende parte all'ultimo anno di guerra e può salutare, il 4 novembre del 1918, la felice conclusione delle ostilità per le armi italiane.
E' poi trattenuto alle armi e nel gennaio del 1919 gli è ulteriormente aumentato lo stipendio, arrivando a Lire 6.000. 
In questo periodo presta servizio presso il Campo Scuola di San Giusto, presso Marina di Pisa, continuando a volare sino all'estate del 1920 [7].

La mattina del 9 luglio 1920, il capitano Forghieri si alza in volo, per l'ennesima volta, dal campo di San Giusto. 
Qualcosa, però, va storto: alle ore 10.35, il suo apparecchio si schianta al suolo. Francesco Forghieri rimane ucciso nell'impatto [8]. 
A ventisei anni, con una vita di fronte a sé, risparmiato dalla guerra, viene tradito da quelle "macchine volanti" alle quali doveva essersi tanto appassionato. 
Nonostante il suo decesso sia avvenuto nel 1920 avanzato, il capitano Forghieri sarà censito tra i caduti della Prima guerra mondiale, nell'Albo d'oro poi stilato dal Ministero della Guerra.

Alla sua memoria, e a quella di tanti bravi piloti della nascente aviazione italiana, tanto temerari quanto sfortunati, dedichiamo questo articolo.

A cura di Niccolò F.
 

Preghiamo chi fosse in possesso di informazioni sulle circostanze in cui trovò la morte il capitano Forghieri di mettersi in contatto con noi per consentirci di integrare l'articolo.

 

NOTE

1. Rubriche matricolari del Distretto Militare di Firenze, classe 1893.

2. R.D. del 21 gennaio 1915.

3. Luigi Barzini,  Sui monti, nel cielo e nel mare. La guerra d'Italia (gennaio-giugno 1916) (1917), p. 86.

4. Dispensa n. 23, anno 1916, pag. 1019. Il bollettino ufficiale riporta erroneamente il nominativo "Giuseppe", anziché "Francesco", seguendone poi la necessaria rettifica.

5. La Domenica del Corriere, Anno XVIII, num. 16, 16-23 aprile 1916.

6. Il bollettino ufficiale, dispensa 56^ del 1916, lo colloca ancora presso il deposito Bersaglieri di Bologna.

7. Si veda l'elenco degli aviatori caduti riportato al seguente link: https://www.yumpu.com/it/document/read/28649481/aviatori-1-g-m

8. Cfr. atto di morte di Francesco Forghieri, nei registri degli atti di morte del Comune di Pisa.

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